Sono appena tornato da un Seminario che ho tenuto sulla didattica del judo in Estonia. Il Seminario era organizzato dalla Federazione Estone ma voluto dall’allenatore della nazionale Alexei Budolin medaglia olimpica, campione d’Europa e tante altre medaglie.
La medaglia che io gli darei è quella d’oro per l’intelligenza! L’intelligenza di capire che tutti i suoi successi erano il suo talento e grande forza di volontà ma non ha mai avuto una didattica. E si è battuto contro tutto e tutti per imporre un seminario che non avesse il campione di turno con il suo tokui waza ma un insegnante che gli spiegasse il judo a 360° gradi, dal suo perché filosofico ed educativo alla progressione didattica nel Tachi waza, katame waza e shinken shobu waza.
Alexei Budolin si è accorto che senza una didattica di base in un Paese non molto grande e di conseguenza con una selezione di talenti ridotta il judo con giovani e adulti stava finendo. L’eccessiva ricerca agonistica stava producendo un rapida diminuzione di chi continuava la Via del judo, sia per passione che per agonismo.
Ha voluto che spiegassi agli insegnanti estoni e finlandesi, anch’essi interessati all’argomento, che il judo era molto molto di più di quello che loro conoscevano e se volevano avere le palestre ancora piene di giovani e adulti interessati al judo ed avere di conseguenza una maggiore scelta e possibilità di reclutare talenti dovevano rendere tutte le loro lezioni più accattivanti sia tecnicamente che culturalmente.
Contrariamente alle nostre, le famiglie estoni sono molto attente all’attività fisica e pretendono che i figli frequentino le palestre, di conseguenza tutti i Dojo vanno da un minimo di 150 a 300 di presenze costanti e più di bambini che iniziano il judo ma che a 14/15 anni abbandonano per il ripetersi degli stessi argomenti o per l’eccessiva pressione verso l’attività agonistica.
Da qui la voglia di aprire un nuovo capitolo didattico senza tralasciare le loro ambizioni agonistiche.
Hanshi Alfredo Vismara Dai Nippon Butokukai
Condivido pienamente ; ho visto molti campioni nazionali ed esteri accattivarsi le platee facendo vedere al massimo duo o tre speciali in piedi e a terra ma quasi nessuno ho visto spiegarmi come arrivare a fare quello che proponevano .E’ triste vedere che questo non e’ capito in Italia .